L'uso dei droni e della fotogrammetria nel settore dell'archeologia ha rivoluzionato la modalità di indagine e scoperta dei siti archeologici.
Queste tecnologie innovative hanno permesso agli archeologi di accedere a luoghi difficili da raggiungere, acquisire dati dettagliati e documentare con precisione i reperti antichi.
In questo articolo, esploreremo come il sinergico utilizzo di droni e fotogrammetria stia contribuendo a svelare i misteri del passato e a preservare il nostro patrimonio culturale per le generazioni future.
🏝️ Accesso a siti remoti e inaccessibili
Uno dei vantaggi più significativi dei droni in archeologia è la capacità di raggiungere siti archeologici remoti o inaccessibili.
Un esempio notevole di questo impiego è avvenuto in Honduras, dove nel 2012 un team di archeologi utilizzò droni equipaggiati con fotocamere ad alta risoluzione per esplorare una zona remota nella giungla.
L'area di foresta pluviale honduregna mappata grazie alla tecnologia LiDAR che ha rivelato
la presenza della città (photo credit: University of Houston)
Le immagini aeree catturate rivelarono la presenza di strutture nascoste tra la vegetazione, indicando l'esistenza di una città Maya precedentemente sconosciuta.
Questa scoperta ha fornito nuove informazioni sulla distribuzione e l'organizzazione delle antiche civiltà Maya, aprendo nuove prospettive di ricerca.
📝 Documentazione dettagliata e modellazione 3D
La fotogrammetria è un'importante alleata nella documentazione dei siti archeologici.
Un esempio significativo è avvenuto nel Regno Unito, dove i droni sono stati impiegati per mappare aree agricole e rivelare la presenza di tumuli funerari e antichi cerchi di pietre.
Sorvolando il sito irlandese di Brù na Bòinne, il quadricottero di Anthony Murphy ha individuato
una struttura architettonica preistorica di forma circolare che risale a circa 4500 anni fa
(photo credit: Ciara Wilkinson/Anthony Murphy)
Le immagini aeree dettagliate acquisite dai droni sono state elaborate tramite fotogrammetria, permettendo di creare modelli digitali tridimensionali ad alta precisione di queste strutture archeologiche.
Questi modelli hanno consentito agli archeologi di esaminare i reperti da diverse prospettive, effettuare misurazioni accurate e studiare la morfologia del sito senza la necessità di toccare i manufatti, facilitando il lavoro di ricerca e analisi.
🗿 Scoperta di nuovi siti e caratteristiche nascoste
L'utilizzo dei droni e della fotogrammetria ha portato alla scoperta di nuovi siti archeologici e caratteristiche nascoste del paesaggio.
Un altro esempio notevole è avvenuto a Pompei, in Italia, dove i droni hanno contribuito alla documentazione e preservazione del sito.
Rilievo con drone e ricostruzione 3D del sito archeologico di Pompei
(photo credit: professoressa Allison Emmerson - Tulane University)
Le immagini aeree catturate dai droni sono state elaborate mediante fotogrammetria, creando modelli 3D ad alta precisione degli edifici e delle strade di Pompei.
Questi modelli hanno fornito una preziosa base di dati per gli interventi di restauro e conservazione, aiutando a proteggere il patrimonio culturale di Pompei dalle minacce ambientali e del tempo.
L'uso dei droni e della fotogrammetria nell'archeologia sta trasformando il modo in cui studiamo, scopriamo e preserviamo il nostro passato.
Grazie a esempi come l'esplorazione di una città Maya in Honduras, il rilevamento di tumuli nel Regno Unito e la documentazione di Pompei in Italia, possiamo apprezzare come queste tecnologie innovative siano divenute fondamentali per gli archeologi.
Attraverso il contributo sinergico dei droni e della fotogrammetria, il settore dell'archeologia si avvicina sempre di più a svelare i misteri delle antiche civiltà e a proteggere il nostro patrimonio culturale per le generazioni future.
Alessandro
Team Skycrab
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